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Centurion e gli altri: vita da coach (a bordo campo)

L'allenatore della prima coppia italiana a passare un turno in un Major de Premier Padel racconta la sua esperienza a fianco degli azzurri durante l'evento di Roma. E spiega perché tutto sommato Spagna e Argentina non sono più irraggiungibili

25 maggio 2022

Stare a bordo campo può essere un vantaggio per capire una partita. Ma può essere anche un'esperienza difficile, perché 'soffri' allo stesso modo dei giocatori, pur non potendo sfogare in alcun modo le emozioni dell'incontro. Una delle caratteristiche del padel, una di quelle che ne fanno uno sport di squadra, è la presenza costante del coach durante gli incontri.

Dalla panchina, gli allenatori osservano e cercano - ai cambi di campo - di intervenire per cambiare una partita nata male. Tra loro, ci sono Mariano Amat, al seguito del duo più forte del mondo formato da Ale Galan e Juan Lebron, e Rodrigo Ovide, guida dei numeri 2 Navarro/Di Nenno. Ma c'è anche un argentino che in patria è stato un'icona, ha guidato pure la Nazionale albiceleste e oggi si è messo al servizio degli azzurri Sinicropi e Cattaneo: Lucas Centurion.

La sconfitta (prevedibile) contro la coppia numero 3 Lima/Stupaczuk non ha incrinato il morale dell'allenatore sudamericano, che vede comunque dei lati positivi. “Giocare contro due campioni come Lima e Stupaczuk - spiega Centurion - è stata un'esperienza incredibile per i ragazzi. Parliamo di due dei migliori al mondo, delle teste di serie numero 3: sapevamo sarebbe stata durissima ma possiamo capire molto da incontri come questo”.

“Il potenziale di Sinicropi e Cattaneo è difficile da definire adesso, perché siamo nel mezzo di un lavoro che avrà bisogno di altro tempo per essere completato. Serve allenarsi giorno dopo giorno, e noi lo stiamo facendo bene, poi i risultati importanti arriveranno”.

“Vengo dall'Argentina - prosegue il coach - e sono particolarmente contento che adesso a Modena, al Village Padel, sia stata aperta una succursale dell'Accademia da cui provengo (l'Academia Seba Mocoroa di Buenos Aires, ndr) e che è tra le più importanti del Paese sudamericano. Così tutti i miei connazionali che vorranno fare base in Europa avranno un luogo dove sentirsi a casa e potersi allenare”.

Centurion sta assistendo da vicino al boom del padel azzurro, e lo commenta proprio nella giornata in cui tanti ragazzi hanno invaso pacificamente il Foro Italico per applaudire i campioni della pala. “Questo boom del padel italiano mi ha sorpreso molto. Ero in Italia nel 2019 e vedevo già un potenziale, ma nulla a che vedere con quello che sta accadendo adesso. Si tratta di un'esplosione di entusiasmo che potrà portare a risultati importanti anche ad alto livello nel prossimo futuro. Intanto è determinante che si stiano costruendo tanti campi e che tanti ragazzi si possano avvicinare alla disciplina”.

“Serve un po' di tempo per arrivare a livello di Spagna e Argentina. Bisogna lavorare duramente sia fisicamente che tecnicamente, ma la nota positiva è vedere tanti giovani e bambini che cominciano a giocare. Nel giro di 3 o 4 anni, allenandosi con costanza, potranno cominciare a comprendere il loro potenziale e poi capire se potranno diventare dei professionisti”.

Il ruolo del coach, nel padel, è fondamentale. Non solo negli allenamenti, ma pure in partita. Al contrario di quanto accade nel tennis, qui il 'coaching' è legalizzato e fondamentale. Chi ha un buon allenatore al proprio fianco può vedersi spiegare in maniera chiara cosa sta accadendo, quali sono le strade per uscire vincitori dal confronto in corso.

“I coach che stanno fuori dal campo, molte volte, possono vedere la situazione in maniera un po' più chiara dei loro giocatori, perché come sempre da dentro è complicato riuscire ad auto-valutarsi o a capire la partita. È importante, per noi allenatori, usare le parole giuste per far capire agli atleti cosa non sta funzionando e perché. Inoltre, cerchiamo di intervenire sulla tattica della partita, ogni volta che è possibile. E dobbiamo essere un po' psicologi: quando il morale cade, l'obiettivo è cercare di tornare a galla il più in fretta possibile. Ma tutto il lavoro che facciamo a ogni livello, quando partecipiamo a tornei come i Major del Premier Padel, viene ripagato totalmente”.

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