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La fiducia di Capitani: "Italia sulla strada giusta"

Marcelo cede all'esordio ma esalta il torneo e il sistema. “I ragazzi italiani hanno alzato tanto il loro livello di recente. Ci vorrà ancora del tempo per raggiungere i migliori, ma intanto ci siamo avvicinati parecchio. Fra qualche stagione avremo le stesse chance degli spagnoli e degli argentini di arrivare in alto”

24 maggio 2022

Marcelo Capitani ha perso al primo turno, viva Marcelo Capitani. Il 46enne campione d'Italia ha vissuto a Roma il suo secondo Major del Premier Padel nel main draw, dopo la qualificazioni di Doha. E anche se è giunta una sconfitta, le motivazioni restano e l'idea di una grande Italia in un futuro vicino gli fa brillare gli occhi.

“Prima di tutto - dice Marcelo, in campo con tre spagnoli, Duran al suo fianco, Del Castillo e Luque dall'altra parte della rete  - quando si perde bisogna dire bravi agli avversari. La palla arrivava pesante e non riuscivo a dominarla, il mio pallonetto era corto, la risposta rimaneva spesso alta. Inoltre faceva molto caldo, io ho 46 anni e anche se mi sento in forma non è semplice rimanere al top per tanto tempo per uno della mia età... (risata, ndr)”.

“Nonostante tutto questo, sono particolarmente contento perché un torneo di questa caratura in un luogo iconico come il Foro Italico è qualcosa che va tenuto stretto e che bisogna coltivare. Bisogna fare i complimenti alla FIP, a Luigi Carraro e alla Federazione italiana tennis per aver contribuito a portare qui questo evento. È un'occasione speciale e spero che contribuisca a fare crescere ulteriormente il padel nel Paese”.

Federico Beltrami, Lorenzo Di Giovanni

Non è solo questione di vittorie e sconfitte, dunque. Si tratta di creare un movimento vincente anche nel carattere, nella sua possibilità di arrivare tra la gente e rimanerci a lungo. 

“I bambini - spiega ancora Capitani - qui possono vedere tutti i campioni più forti del mondo. Il Premier Padel punta a essere il circuito che va a cambiare in maniera definitiva la storia del padel. Sono stato anche a Doha nel tabellone principale, dove col mio partner abbiamo perso al primo turno, ma già vincere due partite nelle qualificazioni alla mia età è qualcosa di significativo. Se andrò avanti ancora? Perché no, se mi diverto e se le gambe rispondono voglio continuare a giocare e vivere i Mondiali un'altra volta”.

Nel frattempo c'è tutto un sistema che si sviluppa, portando con sé tante speranze. “I ragazzi italiani hanno alzato tanto il loro livello di recente. Ci vorrà ancora del tempo per raggiungere quello degli spagnoli, ma intanto ci siamo avvicinati parecchio. Una volta entravamo in campo ed era 6-0 6-0 matematico, adesso tanti se la giocano con i più forti. Lavorando con i bambini più piccoli, fra qualche stagione avranno le stesse chance degli spagnoli e degli argentini di arrivare in alto”.

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